14/16 maggio, Casalecchio di Reno (BO)

“Metti una sera a Equilibri… incontri ravvicinati tra pubblico e artisti” è una iniziativa promossa dall’Associazione Giocolieri e Dintorni nel quadro delle attività di Quinta Parete, progetto di formazione e sviluppo del pubblico di circo contemporaneo.

Il Festival Equilibri, organizzato da Ass. culturale ArterEgo, collabora allo sviluppo del progetto Quinta Parete e offrirà al pubblico un incontro con gli artisti venerdì 15 maggio alle ore 20, presso la Sala Centofiori di via Gorki16 a Bologna (zona Corticella, capolinea del 27) durante l’aperitivo di apertura del festival.

Durante questo appuntamento artisti e spettatori potranno porre domande, scambiarsi dubbi, soddisfare personali curiosità sul mondo del circo e le sue abilità o semplicemente ascoltare, perché l’arte per noi è in primo luogo condivisione.

Nei giorni precedenti raccoglieremo le domande che gli artisti vorrebbero fossero rivolte loro e che gli spettatori vorrebbero porre! Ma sarà possibile anche durante l’incontro, coordinato dagli organizzatori del festival e da esperti di Quinta Parete, formularne e raccoglierne di nuove per assortire in modo ludico un originale, dinamico e partecipato dialogo.

La partecipazione è libera e aperta a tutti.
Per inviare le domande da rivolgere agli artisti o richiedere ulteriori informazioni, si prega di scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: jugglingmagazine@hotmail.com



REPORT DELLA SERATA

di Silvia Mei

Si generano strane alchimie e inaspettate dialettiche nell’incontro tra le due monadi di artisti e spettatori, spesso (fin troppo spesso) divaricate dalla forbice dell’autoreferenzialità e della reciproca incomprensione. Il festival Equilibri ha colto l’occasione di riunire in un originale convivio sociale artisti, addetti ai lavori e spettatori, aderendo al programma di sensibilizzazione al circo contemporaneo del progetto Quinta Parete.

Non si è trattato del fin troppo consueto incontro con l’artista, moderato dal giornalista di turno, in un luogo appartato dalla brulicante vita del festival. “Metti un aperitivo a Equilibri” – così si intitolava l’iniziativa posta in apertura di programma – ha raccolto nell’area ristoro un nutrito gruppo di astanti per un appassionato scambio autogestito: artisti, organizzatori e pubblico si sono lungamente “affrontati” in una reciproca presa di coscienza del proprio mestiere e del proprio ruolo. E stavolta l’ago della bussola non è stato orientato su questioni di ordine divulgativo. L’obiettivo era ben più ambizioso: trasmettere il rigore etico del lavoro artistico per affrontare il lato “oscuro” del fare circo, quello che occupa la giornata di un artista ben oltre il processo di lavoro, al di là delle repliche di uno spettacolo, e che inerisce (anche) la produzione, la distribuzione, la tournée.

L’artista intende richiedere allo spettatore una diversa complicità, che non è quella dello sguardo divertito, bensì una più profonda comprensione del fare arte. Da entrambe le parti si concorda sulla necessità di perseguire con rigore una poetica “pura”, che non ricerchi la battuta facile, che non faccia inopportunamente (opportunisticamente, talora) politica, che non compiaccia il pubblico. Piuttosto che tenti di cambiare il mondo con un piccolo, umile messaggio trasmesso in nuda e semplice presenza, evitando comode scorciatoie e tic da mestieranti.

Se d’altronde per i più il senso profondo della propria missione artistica consiste nel saper conquistare lo spettatore più disattento in sala o l’assorto passante per strada, per altri invece, e in netta controtendenza, anche la televisione – dove le abilità circensi sono oggi ad uso meramente servile dell’intrattenimento a detrimento della disciplina in sé – può costituire un’occasione per liberare la fantasia dell’artista e amplificare la classica relazione delle arti dal vivo. Uno strumento cioè che può riabilitare un’arte considerata minore e ancora oggi negletta, quantomeno in Italia, che pur vanta un glorioso lignaggio e luminose promesse.

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